Giuglio Bugani e il documentario sull’amianto
Non piace l’allarmismo, non piace l’informazione, non piace che qualcuno ricordi quello che da tempo si poteva evitare. I poteri forti non vogliono che si rammenti alla gente la cattiveria del mostro grigio, l’amianto, che ha arricchito (e continua ad arricchire) certi nomi altisonanti.
“Anno 2018: verrà la morte”
No, non è una delle tante profezie lanciate dai Maya o da Nostradamus, che poteva essere considerato più uno iettatore che un profeta. È semplicemente il titolo, drammatico ma non irreale, di un documentario di Giuliano Bugani e Salvo Lucchese. Un documentario che vuole svegliare le coscienze su un dramma troppo sottovalutato: le morti causate dall’amianto!
Nel 2018, dati alla mano, le morti causate dall’eternit, raggiungeranno il picco, eppure sembra una problema marginale, una situazione che non ci sfiora neppure lontanamente, ma le morti negli anni si sono presentate sempre meno sporadicamente e le diagnosi pure: mesotelioma pleurico! Qualcuno penserà ”Facile pronostico, visto che siamo nel 2018!”, sì sarebbe vero se il documentario fosse stato girato ai giorni nostri, ma il video risale a 9 anni fa.
Sicuramente in pochi lo hanno visto, non è conveniente parlare di amianto. Il Partito Comunista Lavoratori ha sostenuto la produzione di questo lavoro perché, secondo loro, il lavoratore deve conoscere, deve sapere quali rischi corre. No, dicono le alte sfere, è meglio non far sapere, non diffondere la conoscenza perché, come sosteneva Dario Fo “…sempre allegri bisogna stare / che il nostro piangere fa male al re / fa male al ricco e al cardinale / diventan tristi se noi piangiam…”
La tutela dei lavoratori
Se una persona scopre che in casa sua c’è dell’amianto, cosa fa? Chiama un’azienda specializzata come www.smaltimentoamiantomilano.info e fa intervenire il personale professionalmente preparato a bonificare la sua abitazione, giusto? Dovrebbe succedere la stessa cosa negli ambienti lavorativi, questo invece non succede! Sono pochi gli imprenditori che hanno fatto bonificare le loro aziende, e son ancor meno quelli che hanno comunicato i pericoli derivanti dall’amianto (insito nella struttura) ai propri dipendenti. Non viene fatta la prevenzione e il controllo necessario combattere questo flagello, le zone da bonificare sono ancora tantissime, basta guardare lungo i binari delle stazioni dove, come fantasmi, giacciono i vagoni che contenevo amianto. Sono sigillati, è vero, ma sono ancora lì, da lunghi anni. Le fibre di amianto non hanno bisogno di portoni per passare, gli bastano piccoli spazi.
Non abbiate paura di scontentare “il re, il ricco e il cardinale”, diffondente l’informazione e la tutela dei lavoratori.