Berke Ozer, la notte magica del portiere del Lille che ha fermato la Roma

Nel parare tre rigori consecutivi (o meglio: lo stesso rigore, calciato per tre volte) alla Roma, Berke Ozer si sarà sicuramente ricordato di quella primissima volta, quando l’amore per i guantoni è esploso improvvisamente senza alcun preavviso. Aveva appena 11 anni, la sua squadra di allora nelle giovanili del Bucaspor aveva urgentemente bisogno di un portiere per fronteggiare una serie di calci di rigore, Berke si è offerto volontario e ha stupito letteralmente tutti. È arretrato di soltanto qualche metro rispetto alla sua posizione abituale (ai tempi giocava da difensore centrale) e tanto è bastato a costruirsi una carriera fin qui di grande successo che lo ha portato fino ai palcoscenici europei più prestigiosi.

Il Donnarumma turco e il destino intrecciato

Lo chiamano il «Donnarumma turco» per le somiglianze fisiche e tecniche e anche a Donnarumma deve indirettamente la sua notte di gloria all’Olimpico di Roma. Nato il 25 maggio 2000 a Istanbul, ha neutralizzato magistralmente Dovbyk (per ben due volte consecutive) e Soulé occupando il posto lasciato libero da Chevalier, diventato il sostituto ufficiale di Gigio a Parigi dopo la rottura definitiva tra il portiere italiano e il PSG. Il più classico degli effetti domino che caratterizzano il calciomercato, di sliding door che cambiano le carriere. Il Lille lo ha prelevato dall’Eyupspor per meno di 5 milioni di euro: un vero affare, il primo pensiero che viene spontaneo oggi dopo la prestazione straordinaria. Gli appassionati di scommesse possono trovare quote competitive e bonus esclusivi su Librabet per seguire tutte le partite europee con pronostici aggiornati e analisi dettagliate dei protagonisti emergenti come Ozer.

Un portiere nato per caso ma anche per genetica

L’Ozer portiere è un prodotto del caso fortuito, ma anche della genetica familiare che scorre nelle sue vene. Il padre, Huseyin, era stato un buon interprete del ruolo nella sua carriera, ma è stato ampiamente scavalcato con gli interessi dal figlio talentuoso, a cui paradossalmente sconsigliava di intraprendere la carriera con i guantoni: «Ci sono davvero troppe pressioni in questo ruolo», ripeteva preoccupato. Il ragazzo le sa reggere perfettamente dimostrando grande maturità mentale. A soli 16 anni è entrato stabilmente in prima squadra all’Altınordu, militante nella seconda lega turca. Sono bastate appena sei partite convincenti per il grande salto al Fenerbahce, a soli 18 anni compiuti da poco tempo.

Il periodo difficile e la rinascita

Esperienza ambiziosa ma tutt’altro che facile quella al Fenerbahce: pochissimo spazio in prima squadra. «È stato il periodo più difficile della mia intera carriera, con i social network in particolare che mi hanno massacrato. La mia fiducia era completamente scomparsa, mi chiedevo continuamente se fossi ancora me stesso e, a pensarci bene oggi, forse non lo ero più in quel momento complicato. Ho chiuso immediatamente tutti i social network durante quel periodo buio. È stato un vero inferno personale, ho tagliato fuori completamente tutto. Mi allenavo da solo a casa. C’è stato un periodo nero in cui non ho nemmeno acceso la TV per tre mesi interi», ha raccontato in un’intervista toccante. Chi vuole approfondire le dinamiche contrattuali nel calcio italiano può leggere il rinnovo dell’allenatore della Lazio che analizza gli aspetti tecnici e contrattuali delle squadre di Serie A.

Il percorso verso l’affermazione

Si è fatto un anno importante in prestito in Belgio al Wasterlo per ritrovare fiducia e continuità per poi trasferirsi in Portogallo, al Portimonense dove ha disputato una buona stagione. Infine, il ritorno nella capitale turca, all’Eyupspor dove tutto è cambiato definitivamente. È letteralmente esploso sotto la guida attenta di Arda Turan che lo ha valorizzato al massimo. Il Lille ne è rimasto completamente stregato dalle sue qualità. Da quelle parti, di portieri ne capiscono eccome: Maignan, Chevalier sono passati prima di lui. All’Olimpico di Roma, forse, è nata davvero una stella destinata a brillare nei prossimi anni. La prestazione contro i giallorossi ha dimostrato che Ozer possiede non solo le qualità tecniche ma anche la personalità e il carattere necessari per giocare sui palcoscenici più importanti del calcio europeo e affermarsi definitivamente come uno dei migliori portieri della sua generazione emergente.

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