CHIVU E LA NUOVA INTER: “AGGIUNGEREMO QUALCOSA IN PIÙ”

Il tecnico rumeno pronto al debutto contro il Monterrey: difesa a tre confermata, ma con una pressione diversa e maggiore flessibilità tattica

Alla vigilia della prima partita della vita nerazzurra Cristian Chivu parla con voce compassata e scandisce sostantivi immaginifici – fluidità, mobilità, simmetria -, come piaceva a certi vecchi santoni slavi del basket, ma poi lascia cadere la frase decisiva per immaginare la nuova squadra che sta nascendo dall’Oceano: “Aggiungeremo qualcosa in più, e lo vedrete già dall’inizio…”.

Dopo quattro stagioni immutabili, con principi di gioco impressi nel marmo, è già una bella novità: almeno secondo i piani della vigilia, non sarà la stessa identica Inter di prima. Del resto, già prima, nel campo di allenamento di UCLA, Stefan De Vrij aveva fatto una piccola rivelazione: “Il mister vuole una pressione diversa…”.

DEBUTTO MONDIALE CONTRO IL MONTERREY

Cosa sarà esattamente quel “qualcosa” lo si vedrà alle 3 della notte italiana di oggi, nel debutto Mondiale contro i messicani del Monterrey, avversari tutt’altro che facili per qualità individuali, ma nelle prove californiane Chivu ha mostrato già quale sia il suo metodo.

La pressione, citata dal difensore olandese, dovrà essere calibrata per evitare i contropiedi che sono stati fatali spesso nella stagione di cui questa competizione è la coda. La continuità tattica del 3-5-2 sarà garantita, anche perché la struttura della rosa è pensata per quello e non sarà stravolta, ma cambiare modulo non sarà più un tabù.

NOVITÀ TATTICHE IN ARRIVO

Vale nel lungo periodo, ma anche nell’immediato perché già contro i messicani c’è una intrigante novità: mediana a due, magari con il nuovo Sucic piazzato accanto a Barella. In caso di modulo tradizionale, invece, sulle terre di Calha (infortunato) dovrebbe esserci come accadeva un tempo Asllani.

Chiave strategica, comunque, la presenza di Mkhitaryan, uno dei più riposati: l’armeno multiuso può vestirsi da mezzala o, nel caso, anche avanzare in appoggio alle punte.

IL PERCORSO DI CHIVU ALLENATORE

La carriera in panchina di Chivu è girata finora tutta attorno ai giovani: prima il cursus honorum nelle giovanili nerazzurre fino allo scudettino Primavera, poi le ultime 13 partite per salvare il Parma e lanciare talentini come Bonny e Leoni, gli stessi che ora vorrebbe portarsi a Milano.

La voglia di lanciare presto il talento lo accompagna anche nella nuova avventura, ed è questo che gli chiede la società del presidente Beppe Marotta e del ds Ausilio, ma soprattutto la proprietà californiana di Oaktree, che qui sente l’aria di casa (ha sede in città, a Downtown, non lontano da dove si concentravano gli scontri anti-Trump).

Mentre l’Inter si prepara al debutto nel torneo mondiale, gli analisti continuano a non inserirla tra le grandi favorite per la prossima Champions League, preferendo concentrare l’attenzione sui colossi europei come Barcellona, Liverpool e Real Madrid.

FOCUS SUI GIOVANI TALENTI

Insomma, l’idea di ringiovanire e valorizzare, quindi di far giocare i ragazzi, arriva dall’alto e Chivu non si tirerà indietro di certo. Ad esempio, c’è grande attesa per i primi minuti nerazzurri (da adulto) di Pio Esposito: il centravanti del futuro ora è infortunato, ma col River Plate potrebbe esserci.

Nell’attesa, l’allenatore che in Primavera l’aveva lanciato sotto età facendolo direttamente capitano, continuerà nella sua missione: aggiungere. Qualcosina, ma aggiungere.

UNA NUOVA FILOSOFIA

“Il calcio è in continua evoluzione, non possiamo restare fermi”, ha spiegato il tecnico rumeno durante l’allenamento a porte aperte. “Vogliamo mantenere i nostri punti di forza ma integrarli con nuovi concetti che ci permettano di essere meno prevedibili”.

Un approccio che si riflette anche nella preparazione dei match, con sessioni video più lunghe e dettagliate e un lavoro specifico sulla fase di transizione, considerata determinante nel calcio moderno.

LE ASPETTATIVE DELLA DIRIGENZA

La società nerazzurra ha piena fiducia nel progetto Chivu e gli ha dato mandato di lavorare sul lungo periodo. L’obiettivo è costruire un’Inter che sappia coniugare risultati immediati e prospettiva futura, valorizzando i talenti del vivaio e creando un modello sostenibile.

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Il debutto contro il Monterrey sarà quindi solo il primo passo di un percorso più ampio, in cui l’impronta dell’allenatore rumeno dovrà gradualmente emergere. La conferma del modulo base con qualche variazione rappresenta il giusto compromesso tra continuità e innovazione, la formula giusta per iniziare un ciclo mantenendo l’identità della squadra.

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