Nba: la situazione di Golden State e Chicago

Secondo pesante ko per i Bulls

I Warriors ritrovano Chicago, con una grandiosa metamorfosi: la versa versione di Golden State è più simile a quella vista allo United Center: un collettivo perfetto capace di ovviare alle assenze e giocare splendidamente di squadra, con 39 assist. Ad un ritmo insostenibile per gli incerti Bulls, con un nuovo gioiello da esporre in vetrina, ovvero Jonathan Kuminga: il rookie che Steve Kerr paragona al primo Kawhi Leonard, si regala la più bella partita della carriera, ed i 25 punti confermano che potrebbe essere lui l’erede al trono della dinastia. Chicago invece sbanda in casa per la seconda volta consecutiva, poi il grande decollo subito mercoledì da Brooklyn, con l’aggravante dell’infortunio di Zach LaVine: i prossimi accertamenti verificheranno la gravità della situazione. Se oltre allo sport ti piace viaggiare, soprattutto per l’Italia, ecco cosa non puoi perderti durante una vacanza in Puglia.

Golden State si riprende anche senza Curry: è stata principlamente la partita di Kuminga

Golden State torna a riassomigliare a se stessa, dopo l’incertezza delle 4 sconfitte nelle 5 gare precedenti. E conferma anche di non essere dipendente da Curry. È stata, infatti, la partita degli altri: da Jordan Poole ad Andrew Wiggins, ma soprattutto è stata la partita di Kuminga. Kerr ha dichiarato di essere contento per come ha giocato il compagno di squadra: ha tante cose da imparare, ma stanno cercando di aiutarlo e di guidarlo durante questa fase. C’è da dire però che è un giocatore dotato atleticamente e dovrebbe cominciare da quello. E riguardo all’umiliazione di Milwaukee, secondo Kerr, non hanno fatto errori, non hanno perso palla e sono stati sempre concentrati per ottenere una vittoria così.

Le due sconfitte consecutive per i Bulls: una lezione da imparare, secondo Kerr

I Bulls sbandano da subito, ma lo stop di LaVine non centra: la squadra di coach Donovan è collassata alla prima difficoltà, incapace di reagire ai Golden State. DeRozan ha affermato che questa sconfitta e quella di Brooklyn devono rappresentare una lezione per loro. Non conta che li hanno fatti a pezzi per due volte consecutive, conta come reagiranno. Non sono loro, sia riguardo l’attacco che la difesa. Ora devono usare la rabbia come motivazione. E comprendere che ora sono in vetta all’Est, tutti vogliono batterli. Adesso però tocca a loro salire di livello.

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Ecco come è andato il match

Equilibrio soltanto durante il primo quarto. Quando le triple di Ball mantengono i Bulls a contatto. Golden State, però, chiude sul 37-28, con un parziale di 8-2, per poi esondare durante il secondo quarto, travolgendo Chicago anche grazie alle ottime prestazioni di Kuminga. Quando Curry a 20″ dall’intervallo firma la sua tripla del 78-47, il match va virtualmente archiviato, con Golden State che durante il terzo quarto tocca quota 110 ben prima che Chicago raggiunga i 70.